La strega si inceppa sullo stretto. Il mal di trasferta continua e anche in Sicilia il Benevento non riesce a prendersi quei 3 punti che potevano dare uno strappo al campionato anche se siamo solo all’inizio. Quando le altre come Catania e Trapani su tutte incalzano ma sono comunque ancora dietro, queste sono occasioni che non vanno sprecate. Era successo già a Monopoli, accade anche questa volta a Messina. E noi ci ritroviamo ad interrogarci sulla classica domanda: questi sono 2 punti persi o 1 guadagnato? 

Beh, per come si stava mettendo alla fine, meglio essere tornati a casa almeno con un punto. Perché se a 10 dalla fine quel palo colpito dai peloritani si fosse tramutato in gol, il Benevento anche questa volta rischiava seriamente di tornare nel Sannio con un pugno di pive nel sacco. E questo sarebbe stato troppo. Giallorossi double face quindi. Spumeggianti in casa dove triturano gli avversari, confusionari, arruffoni e spesso distratti e inconcludenti in trasferta. La verità si dice che sta sempre nel mezzo, ma è chiaro che il Benevento se veramente ambisce a fare qualcosa di eccezionale dovrà migliorare qualcosa lontano dalle mura amiche. Anche contro il Messina avevamo iniziato bene e creato diverse occasioni da rete ma purtroppo anche questa volta non siamo riusciti a concretizzare. Molte volte specchiarsi troppo risulta deleterio. In particolare in trasferta, in questa serie C, dove continuiamo a ripeterlo, bisogna giocare di sciabola mentre il Benevento, questo Benevento sembra troppo spesso votato alle sfide di fioretto. 

Purtroppo in troppi a Messina sono andati sotto la sufficienza e forse anche Auteri ci ha messo del suo ritardando un po’ i cambi. Si dirà che è facile per noi seduti in poltrona, ma la sensazione è sembrata chiara un po’ a tutti. Infatti più di un giallorosso al San Filippo ha stentato e qualcuno non ne ha proprio indovinata una. La dietro Capellini è parso spesso distratto e forse Tosca al momento può dare più garanzie, a centrocampo Talia e Prisco sono andati stranamente in difficoltà e questo ha creato una voragine in mezzo spaccando la squadra che si è ritrovata a dover scaraventare spesso palla in avanti disdegnando il suo marchio di fabbrica, ovvero quei fraseggi e triangolazioni in attesa delle tante verticalizzazioni. A Messina non abbiamo visto niente di tutto ciò.In avanti buio pesto. A Perlingieri per esempio, non gli è riuscito neanche di fare la cosiddetta “boa” con l’aggravante di essersi divorato un gol in prima battuta, con la complicità di Simonetti che ci ha messo la scopa immediatamente dopo gettando alle ortiche e sul palo la palla del vantaggio. Manconi dopo essere andato vicino al gol dopo meno di un minuto, spesso si è eclissato e nelle occasioni in cui è stato chiamato in causa è parso troppo lezioso. Lamesta ha cercato ogni tanto di sprintare ma non solo non ha trovato il guizzo giusto ma a lungo andare si è perso anche lui nella confusione e nel grigiore generale. Insomma un Benevento “piatto” che si è dimostrato la brutta copia di quello ammirato 7 giorni fa. Una sorta di Dottor Jekill e mister Hyde. 

Qualcuno dirà che ci vuole cattiveria, come appunto quella mancata prima a Perlingieri e poi a Simonetti per scaraventare quel pallone in rete che, per come si stava mettendo la gara, probabilmente sarebbe significato vittoria. E’ invece si torna a casa con un po’ di delusione e con la consapevolezza che bisogna capire come invertire la marcia in trasferta. Ne è consapevole Auteri che lo ha dichiarato al termine della gara, ne è consapevole anche la squadra. Ci sarà tempo per pensarci, perché il campionato non aspetta e quello che si è “perso” fuori” bisognerà per forza di cose riconquistarlo tra le mura amiche. E quindi mettiamoci subito sotto a preparare la sfida con l’ostico Latina, avversario da affrontare sempre con le molle e con la giusta attenzione. Sperando di rivedere la migliore faccia del nostro Benevento in modalità dottor Jekill e mister Hyde. 

Sezione: In primo piano / Data: Lun 07 ottobre 2024 alle 19:29
Autore: Cosimo Calicchio
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