Il Benevento esce per l'ennesim volta sconfitto in questo campionato. Questa volta perde a Perugia, ma la gara del Curi almeno è servita a confermare certe sensazioni che si erano già ampiamente palesate chiaramente durante tutta la stagione. Il Benevento di quest’anno è stato formato da un nugolo di ragazzotti, che "mascherati" da calciatori, non sono mai riusciti a costruire gruppo neanche tra loro. Insomma sin dal ritiro si è andata formando pian piano “una squadra non squadra” con più di qualcuno dei suoi interpreti che nelle ultime settimana ha pensato più a contare i giorni affinché questa tremenda stagione potesse arrivare al termine, che provare a dare un apporto in campo alla causa.
Per questo motivo ci ha fatto sorridere amaramente la dichiarazione del povero Agostinelli, quarto allenatore in ordine temporale, che purtroppo ha dovuto aver a che fare come i suoi predecessori, suo malgrado con questa banda di interpreti malamente assemblata, quando candidamente ha dichiarato che lui come la squadra sarà presente lunedì alla ripresa degli allenamenti che andranno avanti fin quando il Presidente non deciderà per il “rompete le righe”. Il sorriso amaro nasce dal fatto che dopo l’ennesimo indecoroso spettacolo di ieri sera, sia il Presidente che i tifosi siamo certi che non vedano l’ora di liberarsi anche dalla vista di certe facce che hanno in maniera indegna difeso (si fa per dire) i nostri colori.
Le nostre possono sembrare parole dure, ma credo che siano più che giustificate guardando il comportamento di molti di questi calciatori (eufemismo) che a dispetto dei loro ingaggi milionari non hanno dato un briciolo di sostanza alla causa fottendosene (scusatemi il francesismo) altamente, del Presidente, del Benevento, di Benevento e naturalmente dei suoi appassionati e fedeli tifosi.
La fotografia di tutto questo è nella chiusura di questa stagione, terminata di fatto già una settimana fà con la matematica retrocessione dopo l’inutile ed effimera vittoria interna contro il Modena. Alla squadra, visti anche i noti problemi di più di una società in serie B, veniva chiesta una prova di carattere per cercare di evitare almeno l’ultima posizione che sancisce a questo punto a meno di improbabili terremoti la certa partecipazione al campionato di serie C, in barba ad eventuali e anche possibili riammissioni e ripescaggi.
Invece niente di tutto questo. Il Benevento grazie a questi calciatori ha terminato meritatamente il campionato in ultima posizione, e ripartirà dalla serie C, dicendo virtualmente addio anche ai sogni di gloria. A differenza di altre formazioni, come per esempio la Spal che da retrocessa si è andata ad imporre sul difficile campo del Pisa estromettendolo di fatto dai play off, anche a Perugia il Benevento ha fatto harakiri consegnando la vittoria agli avversari su un piatto d’argento e dimostrando in maniera evidente la spaccatura anche tra compagni di squadra. Infatti c’è qualcuno come Ciano e Manfredini per esempio che hanno provato a tenere a galla la squadra, come anche il povero super criticato Foulon almeno ha provato a metterci impegno come del resto ha sempre fatto a prescindere dalle sue qualità tecniche, come pure Schiattarella, che a corrente alternata e poco sostenuto dal suo fisico, ha provato almeno a fare il compitino che gli permettesse di strappare una striminzita sufficienza sullo sfondo di un deserto a tinte sbiadite di colore giallorosso come quello visto in terra Umbra.
Lasciando perdere i vari La Gumina e Simy usciti dai radar appena arrivato Agostinelli e su cui stendiamo un velo pietoso, ma anche Acampora che a torto o ragione come capitato più volte in questa stagione che di fatto si è tirato fuori dai giochi marcando visita per l’ennesima volta, in campo ci sono andati gente come Glik, Veseli e Leverbe che ce l’hanno messa tutta anche a Perugia, per dare il peggio del loro repertorio, e come al solito ci sono riusciti egregiamente. Per non parlare di Tello, a giusta ragione fuori dall’undici titolare che anche in questa occasione, è entrato in campo svogliato, quasi per onor di firma confermando di non poter più essere utile (ma lo è stato qualche volta?) alla causa giallorossa e quindi di fatto lontano dal progetto futuro del nuovo Benevento.
Tornando ai 3 la dietro, Glik, Veseli e Leverbe, l’unica buona notizia è che l’indegna prestazione messa in scesa ieri sera al Curi sia stata l’ultima con indosso la nostra maglia. Se pensiamo che questi 3 insieme sono costati ad occhio e croce circa 3 milioni di € complessivamente l’amarezza diventa ancora più forte. Ma ci rendiamo conto che questa “granitica” difesa è costata 250.000 € al mese? Ci rendiamo conto che il Benevento ha dovuto pagare ogni mese questa cifra “monstre” per vedere “danzare” uno come Veseli che ieri ha regalato l’ennesimo errore della sua terribile collezione questa volta commettendo uno stupido fallo di mano che ha decretato il rigore e il successivo pareggio del Perugia.
Veseli, nel giro della nazionale albanese (sic!), è anche lo stesso che durante la gara più importante del campionato, quella con il Cittadella, con tanto di mano sugli occhi, pensava ai fatti suoi, mentre i veneti battevano il calcio d’angolo dal quale è scaturito il secondo gol.
E vogliamo parlare di Glik, che in evidente sovrappeso, forse troppo stanco per continuare, ha deciso bene di litigare con l’arbitro e farsi sbattere fuori a 20 minuti dalla fine, che da “buon capitano” ha lasciato la squadra in 10 uomini sotto di un gol nel momento più difficile.
Per chiudere poi con Leverbe, che entrato in campo con il suo immancabile cerchietto utile a mantenere la folta chioma, che con un errore più che marchiano (eufemismo) ha consegnato palla all’attaccante avversaria in maniera più che goffa (solo goffa?)durante il secondo minuto del sostanzioso recupero concesso dall’arbitro e che ha spianando la strada all’inutile vittoria del Perugia retrocesso poi a braccetto della strega per via del concomitante pareggio del Brescia a Palermo.
Insomma come detto nel titolo una vera e propria chiusura indegna e indecorosa di una balorda stagione, dalla quale solo in pochissimi escono a testa alta o almeno con la prospettiva di poter essere inseriti nel progetto del nuovo Benevento.
Sbollita la rabbia e l’amarezza per una categoria agognata per quasi 90 anni persa a causa di questi personaggi, di questa retrocessione rimarranno solo i numeri e le posizioni incise negli almanacchi. Fortunatamente delle facce dei vari Glik, Leverbe, Veseli, Improta, Tello, Acampora, Viviani rimarranno (speriamo) solo dei ricordi più che sbiaditi.
Ma la rete, gli articoli di giornale e le cronache di questo campionato rimarranno li indelebili, quasi “freez-ate” anche sulle carriere di questi calciatori. Nel prossimo futuro infatti, basterà fare una semplice e piccola ricerca online, per capire con che tipi di calciatori si ha a che fare. E lo faranno sia i tifosi delle altre squadre, sia i dirigenti e gli addetti ai lavori che vorranno documentarsi su di loro.
Il Benevento è retrocesso e ricomincerà dalla serie C, ma anche per questi personaggi sarà un marchio indelebile una retrocessione del genere sulle loro carriere. Sicuramente si giustificheranno con le solite scuse, magari cercando di scaricare il barile, sulla società, sull’allenatore, sul Presidente e anche sull’ambiente. Ma la verità è che la colpa è prima di tutto la loro che hanno dimostrato ampiamente di non essere quei professionisti che giustificavano quel corposo ingaggio pagato dal Benevento, lo stesso che proveranno a spillare da qualche altra parte. Una cosa è certa: questa retrocessione sicuramente non permetterà loro di pretendere la luna quando si risiederanno davanti ad un DS o ad un Presidente per strappare un nuovo lauto ingaggio. Si dice che nella vita spesso bisogna fare i conti con il cosidetto Karma (nella vita tutto torna indietro). Ci auguriamo che anche nel calcio possa funzionare allo stesso modo.
Forza Benevento.
Autore: Cosimo Calicchio
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