Succede che arriva la prima sconfitta stagionale e ci può stare. La cabala è servita e i statistici saranno accontentati. Ma la sconfitta ha un peso specifico maggiore di quanto ci si possa aspettare perché arrivata in uno scontro diretto, in casa, contro una delle squadre maggiormente "indiziate" per la vittoria finale. Ma andiamo con ordine.

Un punto in due gare con quattro reti subite e tre realizzate. Un "crollo" nel rendimento, soprattutto per quanto riguarda la solidità difensiva. Fino alla dodicesima giornata il Benevento aveva subito soltanto sette reti in dodici gare. Ma non è solo una questione di numeri, quelli possono variare di continuo e talvolta traggono in inganno. Ciò che lascia perplessi, e forse spiega la visibile flessione nel rendimento, è l'approccio alla gara. Quella che sembrava una macchina da guerra sin dai primi istanti di gara, nell'avvio di questo campionato, oggi pare essersi totalmente involuta. Anche contro la Casertana qualche scricchiolìo s'era sentito, ma la vittoria, come sempre, spazza ogni dubbio... Squadra con le gambe molli, più di un calciatore visibilmente timoroso, calcio appena balbettato con qualche sprazzo di gioco ragionato e poi soltanto tanta energia nervosa, quindi priva di lucidità. Dov'è finito il Benevento di Brini? Occorre immediatamente ritrovare serenità e consapevolezza di forza.

Impossibile non considerare l'emergenza infortuni oramai cronicizzatasi. Quest'anno è davvero una iattura, non c'è stata una gara di questo campionato in cui Fabio Brini abbia potuto contare su tutti i calciatori della rosa al completo. Vero è che la versatilità di alcuni calciatori temporaneamente può colmare le lacune ma, la prova evidente e sotto gli occhi di tutti, alla lunga l'adattamento viene meno. Perché quando di fronte c'è un avversario completo e organizzato, come lo è stato il Lecce, le magagne vengono fuori, dolorosamente. Non cerco attenuanti o giustificazioni, io devo coscienziosamente riconoscere al tecnico l'oggettiva difficoltà, anzi, impossibilità a schierare una squadra coperta in ogni ruolo ed equilibrata. Giocare tante partite senza avere un centrocampo completo e collaudato è davvero un azzardo tecnico che nessuna squadra può permettersi.

Ovviamente qualcuno potrebbe giustamente ricordare che la stessa emergenza c'era anche prima e che quelle gare disputate sono state ben'altra cosa. Verissimo, ma, senza nulla voler togliere ad altre squadre, il livello qualitativo di certe avversarie era palesemente inferiore. Sapevamo tutti che le difficoltà e gli ostacoli veri sarebbero arrivati, ed infatti...

Però tutto questo non giustifica appieno una squadra che è sceso in campo, almeno nelle ultime tre giornate, con un atteggiamento non commisurato all'avversario di turno. Contro la Casertana abbiamo tutti pensato che l'aggressività prevedibile degli avversari ci avesse fatto chiudere sapientemente nella nostra trequarti ad "aspettarli" per poi organizzarsi e ripartire in contropiede, però è andata bene. Ma già a Pagani, l'approccio soft ci stava costando carissimo, contro avversari soltanto fisici e assolutamente mediocri tecnicamente. Il campo pesante, il clima infuocato, certo. Ma era un derby, prevedibile quanto accaduto e quindi lo spirito con il quale affrontare la gara doveva essere ben altro. Punticino e tutti a casa in attesa dello scontro diretto. La partita di domenica scorsa l'abbiamo vista in tanti. Pronti via, ecco il Lecce che ci aspettavamo (tutti?). Noi, a tratti, siamo stati in balìa degli avversari, in maniera quasi imbarazzante. Aggiungerei che loro non sono stati abbastanza cinici altrimenti avrebbero potuto mortificarci. Non è così? Essendo quello con il Lecce uno scontro diretto, beh, la sconfitta, anche sul piano morale, è ancora più pesante, difficile da metabolizzare.

Io credo che proprio in virtù dell'emergenza che dovremo sopportare e supportare almeno fino alla riapertura delle liste, occorrerà scrollarsi di dosso queste due/tre prestazioni non proprio eccelse non prima di averle analizzate a dovere, minuto dopo minuto di partita. Ma senza stare inutilmente a recriminare, semplicemente per provare a capire dov'è il problema e se è soltanto una "questione di testa". Anche perchè con il senno di poi siamo tutti ottimi tecnici, ma i "se" non portano punti. Fabio Brini è allenatore esperto e preparato. Nessuno vuole fare processi, ci sembrerebbe assolutamente fuori luogo e quanto meno ingeneroso perché il suo lavoro è di assoluto valore. Ci sono stati degli errori, da parte di tutti, questo è evidente, e credo che lui in primis sia cosciente che c'è più di qualcosa che non va e da rivedere assolutamente, soprattutto nella gestione dei risultati, compresi quelli negativi. E poi, è chiaro, c'è bisogno che i suoi atleti rispondano pienamente alle sollecitazioni di un lavoro sicuramente scrupoloso e di qualità che settimanalmente essi effettuano. Nessuno scende in campo per perdere o per fare da sparring partner, questo mi sembra scontato.

Evitiamo catastrofismi deleteri, una sconfitta è sempre inaccettabile, è comprensibile l'umore nero dei tifosi, ma dobbiamo avere la consapevolezza che nulla è compromesso e, nonostante tutto, stiamo ancora lì, in "compagnia" ma tra le prime. C'è ancora tanto da giocarsi, sicuramente la Società "sotto traccia" è già all'opera per rinfoltire adeguatamente la lista dei centrocampisti. Occorre rialzarsi immediatamente e fare tesoro degli errori e di certi atteggiamenti sbagliati. Questo campionato non ammette "flessioni" o cali di concentrazione. Sabato prossimo c'è la Reggina da affrontare al "Granillo". Non sarà affatto una partita semplice contro una squadra alla disperata ricerca di punti e risultati e che vorrà di certo fare bottino pieno. Non una passeggiata sullo Stretto, ma una partita di assoluto valore, non certo inferiore per intensità alla gara con il Lecce. Scognamiglio e compagni lo sanno, c'è bisogno di ritornare alla vittoria per gettarsi alle spalle questo momento no, a beneficio di tutto l'ambiente oltre che della classifica.

Sezione: IL PUNTO di M.Mulè / Data: Lun 24 novembre 2014 alle 11:00
Autore: Marcello Mulè
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