Classe 1986, 34 anni il prossimo 19 giugno, un presente alla Viterbese e un passato, da protagonista assoluto, con il Benevento: Andrea De Falco si è raccontato ai nostri microfoni nel corso dello speciale di Totalmente Dipendente dedicato al quarto anniversario della promozione in B del 30 aprile 2016.

Proprio da quel 30 aprile, dalla partita con il Lecce, inizia la nostra intervista. “E’ una data importante per noi, quel giorno abbiamo scritto la storia” esordisce così l’ex regista giallorosso. “Abbiamo fatto sognare tanta gente e noi abbiamo sognato con loro”.

De Falco poi si sofferma su come quel successo fu costruito nel tempo: “all’inizio nessuno si aspettava niente da noi. Siamo partiti da mille, duemila spettatori e abbiamo chiuso con il tutto esaurito. E’ stata una conquista continua: siamo contenti di quello che abbiamo fatto, di quello che abbiamo regalato alla città di Benevento e per questo il 30 aprile non sarà mai una data qualsiasi” e sui ricordi di quel giorno che riaffiorano nitidi nella mente: “ricordo quando siamo entrati a guardare il campo prima della gara: si respirava un’emozione incredibile. Ho rischiato di piangere prima e non dopo la gara. Vedere la gente già due ore prima lì allo stadio è stato bellissimo ed emozionante”.

La nostalgia di quei tempi è tanta, così come la voglia di ripercorrere quei momenti: “La partita della svolta? Il pareggio di Foggia perché incontravamo una squadra che andava davvero forte. Effettivamente incontrammo delle difficoltà in quella gara ma l’aver portato a casa, anche nelle difficoltà, il pareggio l’ho vista come una svolta. Da quel momento abbiamo acquisito una consapevolezza diversa e siamo andati in scioltezza. Eravamo una squadra che giocava da sola, tutti sapevano cosa fare. E’ stato davvero bello. Quell’anno abbiamo avuto momenti difficili, c’erano delle mancanza che non ci aspettavamo. Il gruppo in quelle difficoltà si compattò ancora di più. Il gruppo fu la nostra arma in più”. Sul giocatore più forte di quel gruppo zero dubbi: “Fabio (Lucioni). Negli anni in cui ho giocato con lui si è dimostrato un grande professionista. Grande costanza e determinazione per il raggiungimento dell’obiettivo. Questo nulla toglie agli altri giocatori perché eravamo una squadra davvero molto forte. Mister Auteri? Il mister ci ha insegnato tanto, a livello di gioco è quello che ti entra più dentro. Ha i pro e i contro ma è un allenatore che sa il fatto suo e riesce a trasmettere tutto quello che ha dentro alla squadra”.

Lui, giocatore dalla tecnica sopraffina, se gli chiedi del Benevento di Inzaghi, ne mette in risalto la netta superiorità tecnica nonché l’intelligenza di Inzaghi di lasciar liberi Viola e compagni di esprimerla al meglio: “Quando hai giocatori così forti e determinanti con le loro giocate devi anche lasciarli un po’ liberi. Se gli dai libertà di fanno la differenza. La squadra è nettamente la più forte. Credo sia un mix: squadra forte e allenatore bravo a preparare la partita”.

Sui progetti futuri della squadra sannita, che a più riprese ha ammesso di voler replicare al Sud quanto fatto dall’Atalanta al Nord, De Falco ricorda che anche gli orobici sono partiti dal basso per poi arrivare in Champions League: “penso che sia giusto puntare a un modello raggiungibile. Anche l’Atalanta è partita dal basso e può essere un obiettivo che con costanza e programmazione non credo sia impossibile”.

Purtroppo, questi sono giorni, anzi ormai mesi, in cui il calcio giocato ha dovuto lasciar spazio ad altre priorità e altri temi. Uno di questi, certamente divisivo, è quello della ripresa del calcio giocato. Alcuni sono favorevoli, altri meno. Ma qual è il pensiero dell’uomo – calciatore: “La voglia è quella di tornare a giocare ma non dobbiamo essere incoscienti. Non possiamo far finta di nulla per quello che è successo e continua a succedere. Chiaramente la speranza è che come riusciranno a fare protocolli per fabbriche e azienda ci riescano anche per il calcio. 

Ad oggi non si sa quando si ripartirà e questo è l’aspetto che soffro di più. E’ giusto stare a casa e rispettare le regole ma non sapere quando potremo tornare a fare il nostro lavoro è pesante. Noi siamo pagati per lavorare, questo è il nostro lavoro e nel rispetto di tutto, vorremmo tornare a farlo”.

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Sezione: In primo piano / Data: Gio 07 maggio 2020 alle 00:53
Autore: Gerardo De Ioanni / Twitter: @@GerardoDeIoanni
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