La scena me la voglio immaginare più o meno così: tardo pomeriggio di domenica, Gianluca Pessotto, team manager della Primavera della Juventus, passeggia nervosamente nel piazzale dell’Ocone di Ponte mentre si allungano le prime ombre della sera, stringe tra le mani il suo smartphone e tra sé rimugina: “E ora come glielo dico?”….poi, in un impeto di coraggio, parte la telefonata e dall’altra parte Nedved, vicepresidente bianconero, prontamente risponde: “Ciao Gianluca, allora come è andata oggi? Tutto bene?”…. “Beh insomma, non abbiamo vinto”, risponde il team manager… “Ah, ok, abbiamo pareggiato”…. “No Pavel, in verità abbiamo perso….2 a zero…”…. “Vabbè può capitare, ricordami dove giocavamo”…. “A Benevento Pavel….”… “Dove? Bene…che?...Vabbè ci vediamo a Vinovo, vi aspetto domattina, con calma, verso le 7….”. Ora che le cose siano andate proprio in questa maniera non ci giurerei, ma mi diverte moltissimo immaginarmele esattamente così, come un piccolo sassolino che gli impertinenti ragazzini del sud con le magliette giallorosse hanno lanciato nel mega-ingranaggio bianconero, causando un corto circuito in un caterpillar che gira a mille e travolge tutti. Ma l’immaginazione si ferma qui, poi c’è la realtà e quella non si discute.
Che parla di una squadra, di un gruppo che da due mesi si è cimentato in un campionato difficilissimo con pochissimo tempo per prepararsi ad un esame così complicato, che in questo primo scorcio di stagione ha dovuto remare controcorrente raccogliendo poco in termini di punti ma tanto in termini di prestazioni e di elogi. Mister Ignoffo ha lavorato duro per tenere insieme i suoi ragazzi, non lasciarli scivolare nello sconforto e insistere per convincersi e convincerli che per il Benevento in questo campionato Primavera c’era posto. E il fiore della gioventù giallorossa è sbocciato all’improvviso, in una domenica di inizio novembre, illuminando un pomeriggio che è un’altra preziosa gemma giallorossa di questo 2016 per il quale sarà difficile trovare gli aggettivi giusti in sede di bilancio finale. E puntualmente, ad ogni successo importante del settore giovanile giallorosso, impossibile non pensare al grande Ciro Vigorito, di cui il 26 ottobre scorso è ricorso il sesto anniversario della scomparsa, che di questo progetto ha posto faticosamente le fondamenta. Domenica sarebbe stato orgoglioso di questo successo ma, come suo stile, non lo avrebbe dato a vedere, sarebbe andato negli spogliatoi a complimentarsi con tutti i suoi ragazzi ma anche a ricordare a tutti che la sfida più importante è la prossima. Sono del parere che un settore giovanile non vada giudicato per i risultati bensì per i giovani che riesce a lanciare nell’orbita professionistica ma è chiaro che l’exploit di domenica, in un Ocone trasformato in una bolgia, con don Andrea Rillo a fare meritatamente gli onori di casa, sia un toccasana per l’umore di tutta la “cantera” giallorossa ed un propellente formidabile per il prosieguo di questa impegnativa stagione. Che dire, se il display segna Benevento 2 Juventus 0 allora vuol dire che tutto è possibile, basta crederci…
Sarebbe facile dire che i giallorossini hanno passato idealmente il testimone alla prima squadra. Il fatto è che è stato fisicamente così. Sui gradoni di Ponte domenica c’era la prima squadra al completo, con in testa mister Baroni che non ha saputo resistere al richiamo del suo recente passato professionale trascorso proprio sulla panca della Primavera juventina. E mentre il pullman rombava, già pronto a partire in direzione Terni, Lucioni e compagni si spellavano le mani per i gol di Volpicella e Donnarumma. E allora come non regalare alla Strega un bel weekend lungo da gran Signora, anzi da Vecchia Signora? Detto, fatto….a distanza di poco più di 24 ore nella notte di Terni vanno in scena prima 45 minuti di calcio scintillante, di un Buzzegoli in versione radar, di un Ciciretti dal passo vellutato come un ghepardo che, come con lo Spezia, artiglia la preda sul fianco destro, di un Ceravolo killer micidiale e poi altri 45 di acciaio puro, di un Lucioni versione “monstre”, di un Gori nostalgico del Garella d’annata che forse vedeva in tv da bambino (quando il povero Cragno, rinchiuso per il capriccio di qualcuno in una stanzetta nel ritiro della Borghesiana, per inciso non era ancora nato…) e di un Baroni stavolta lesto a cambiare pelle alla sua creatura. Il tutto per blindare la seconda vittoria stagionale fuori casa, ormai troppo lontana dal trionfo di Bari e mettere le tende nell’aria pura della parte sinistra della classifica, dalla quale ci piacerebbe non staccarci mai per continuare a goderci spensieratamente questa prima immersione nel mare ignoto della B. Sempre più orgogliosi di un pubblico fantastico ed encomiabile per qualità e quantità, che macina oltre 600 km nel cuore della notte di un giorno infrasettimanale, regala un pensiero delicato ai terremotati e fa dire per l'ennesima volta a un cronista Sky “Si sentono davvero forte i tifosi del Benevento....”.
Il calendario ora riserva alla Strega due pomeriggi tra le mura di casa nei quali continuare a mettere nella cesta le provviste per l'inverno. Non sarà facile, si comincia col Cittadella ormai abituale frequentatore dei quartieri alti del campionato, che si sta giocando col Benevento e con la Spal una sorta di riedizione della Supercoppa della scorsa fine stagione. Stavolta in palio, al posto di una anonima ed insignificante coppetta, c'è lo scettro, ben più prestigioso per una neopromossa, di rivelazione del campionato. Gli amaranto veneti, un po' come il Chievo in serie A (evidentemente è un fatto regionale chissà...) possono smettere i panni di favola calcistica per vestirsi con quelli di una realtà calcistica ormai consolidata negli anni da tanta cadetteria, da una gestione ultradecennale della famiglia Gabrielli, solidi imprenditori siderurgici del padovano, da un settore giovanile all'avanguardia e da una politica societaria guidata dal dg Marchetti, tra l'altro un ex del Benevento, che ha prodotto e produce frutti copiosi. Il Cittadella farà anche notizia per i gol del bomber Litteri e per le camicie di jeans, ormai un cult delle divise sociali professionistiche italiane, ma sotto c'è molto altro, meglio tenerlo ben presente. E la Strega dopo il weekend da urlo in cui ha steso la Vecchia Signora e le Fere umbre di emozioni forti non è ancora sazia e noi, suoi inguaribili seguaci, meno di lei....
Un abbraccio a tutti, a mercoledì prossimo e come sempre FORZA BENEVENTO!!!
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