Diciamoci la verità, da quando la sognavamo una serata così! Sceneggiatura alla Fantozzi, divano di casa, schermo piatto fisso già dalle 19,30 sul 255 di Sky. Per gli amanti del genere anche la mitica frittatona alle cipolle del ragioniere, birra ghiacciata, rutto libero e smart phone in modalità silenzioso: il tutto per la prima storica trasferta in serie B del Benevento. La serata comincia bene, l’Avellino becca due pappine dall’Entella e poi noi, quelli della matricola- debuttante, stasera non abbiamo pretese….giusto quella di fare bella figura e di non sbracare davanti al Carpi formato serie A, figlio dell’oramai arcinoto paracadute. “Diletta stiamo arrivando”, recitava uno striscione che vagava sul prato del Vigorito la sera del 30 aprile ed ora Diletta è lì, splendente più che mai e di bianco vestita…quando alle sue spalle appare la scenografia formato gigante che illustra le 22 squadre di B scorgo all’istante il logo della Strega affiancata dalla effigie stilizzata della Chiesa di Santa Sofia patrimonio Unesco e il primo sobbalzo dal divano è bello e servito…”Ma allora è tutto vero, non svegliatemi!!!”. Alla vista di Baroni che insieme ai suoi ragazzi scende dal pullman nel parcheggio del Braglia ormai un buon 70% delle mie facoltà di intendere e volere è andato a farsi benedire e ve lo giuro, non è colpa né del tacco 12 di Diletta tantomeno della birra ghiacciata….E’ colpa di quei colori che da ragazzi ci mettevano uno zainetto in spalla e ci hanno spinti su campi assurdi ad assistere a partite assurde e che ora, con gli anta alle spalle, ci fanno sobbalzare su un divano con gli occhi sgranati, con tuo figlio che ti dice….”Papà io voglio vedere i cartoni”, salvo poi capire che stasera non è aria….
Il fischio di inizio mi riporta sulla terra, ma la goduria è appena cominciata: in un “Braglia” sgargiante ma mezzo vuoto si sentono solo loro, quelli nella curva ospiti, quelli saliti da Benevento e quelli che vivono al Nord che si regalano e ci regalano due ore di autentico show…fosse possibile cancellerei la voce del cronista per godermeli…la voce Sky fa giustizia della negligenze della regìa che non inquadra mai quella curva: “Davvero incessanti i supporter del Benevento….che entusiasmo…”. Lo sapevo che una volta arrivati qui si sarebbero dovuti accorgere di noi e se ne stanno accorgendo…
Se ne sta accorgendo anche quella vecchia volpe di Castori che forse pensava di vincere facile: quei folletti di nero vestiti non ci stanno a fare da comparsa, soffrono ma provano a giocare, pungono, ripartono, Melara sembra quello dell’anno scorso….e poi Gori bardato di giallorosso mi fa impazzire. Il gol di Falco è una Magìa allo Strega da scartare e gustare in diretta satellitare che nemmeno il pareggio del Carpi può guastare. Al fischio finale “tutti in piedi sul divano” ad applaudire questa squadra mentre Baroni spiega a Castori che l’arbitro è solo un cugino di terzo grado….voto alla serata, al Benevento e ai tifosi 10, senza se e senza ma…
Ora è già tempo di pensare all’Hellas Verona, altra corazzata (che bello dirlo agli altri quando per anni ce lo siamo sentiti dire a mò di sfotto) del campionato che per la prima volta scende a Benevento. In realtà il Verona a Benevento doveva già venirci nell’agosto del 1984 per un match di Coppa Italia, poi la dirigenza dell’epoca (pensate un po’), chiese l’inversione di campo pare per motivi di incasso, non confidando in una grande partecipazione di pubblico. Al Bentegodi il Verona, che di lì a qualche mese sarebbe diventato quello dello storico e miracoloso scudetto vinse facile 4-2 ma non abbiamo rintracciato notizie circa l’incasso di quella partita, chissà…
Per il resto c’è poco da dire, se leggete i nomi della rosa affidata a Pecchia vi accorgerete che quasi tutti potrebbero dire la loro in serie A, superfluo aggiungere altro…se non che proprio la presenza di Pecchia non potrà non essere legata al ricordo del grande capitano Carmelo Imbriani. Lui non ha mai nascosto la grande amicizia che lo lega a Carmelo, tanto da affiggere uno stemma col logo ormai noto di “Imbriani non mollare” addirittura nello spogliatoio del mitico Real Madrid all’epoca della gestione Benitez, di cui era il secondo. Non ci vuole un grande sforzo per immaginare che l’allenatore del Verona pur sotto pressione per la responsabilità di dover vincere il campionato, sabato pomeriggio un pensiero al suo amico Carmelo lo rivolgerà, qui a Benevento, nella sua casa, nello stadio che lo ha applaudito anche per l’ultima volta.
“Eh già, siamo ancora qua” canta Vasco Rossi…e allora sabato col Verona, probabilmente privo della star Pazzini infortunato, in campo ci sarà Simone Ganz. Sì, proprio lui, l’autore del gol più assurdo, tragicomico, devastante della storia quasi novantennale del Benevento, fors’anche più del gol di Calil del 21 giugno 2009. Quel cross sbagliato al 94’ del playoff secco col Como del 16 maggio 2015 ha rischiato (andandoci vicinissimo) di essere come la “banderilla” del torero che infligge il corpo mortale al toro agonizzante. Dove il toro, se non si è capito, è il calcio a Benevento. Quel gol allucinante ha avuto un effetto dirompente, ha messo in moto un meccanismo perverso ad un certo punto ingovernabile, ha fatto vedere i fantasmi alla città delle streghe che però, con una stregoneria di alto livello, un anno e poco più da quella infernale parabola è ancora qui a sfidare lo stesso Ganz e il suo Verona e lo fa in B. Non sappiamo se Giulietta è ancora una donna dai facili costumi, come a Napoli si raccontava in uno striscione degli anni Ottanta, ma di sicuro abbiamo tanta voglia di vedere se ha paura delle Streghe.
Per concludere due grossi in bocca al lupo. Il primo, ora che finalmente il mercato si è chiuso, va a quei calciatori che hanno lasciato il Sannio, protagonisti della fantastica cavalcata della promozione. Qualcuno giustamente ha salutato con il broncio, ma tutti senza rancore verso la piazza. Il calcio ha portato Marotta, Mucciante, Mattera, Mazzarani, Vitiello, Troiani, Angiulli, Mazzeo in altre città, in altri ambienti. Ma le loro immagini e le loro imprese sono stampate nelle varie pubblicazioni spuntate come funghi dopo la promozione ma soprattutto nel cuore e nella mente di chi questa avventura l’ha respirata a pieni polmoni. Un giorno ragazzi tornerete in questa città e in qualche bar troverete ancora appeso il poster ormai ingiallito dal tempo della squadra del 2015/2016, quella della B, quella delle lacrime di gioia… buona fortuna, ve la meritata tutta e grazie di cuore….
L’altro in bocca al lupo alla Primavera del Benevento Calcio, che sabato a Cittadella esordirà in campionato e a tutto il settore giovanile giallorosso che in queste settimane ha visto e vedrà partire i vari campionati. In pochi mesi non è facile prepararsi al confronto con le migliori società italiane e nessuno si sogna di pretendere la luna, ma siamo sicuri che in ogni angolo d’Italia, tutti, dirigenti, tecnici, calciatori, daranno il massimo e, come la prima squadra, anche i giovani giallorossi a fine stagione si saranno guadagnati il rispetto di tutti.
Un abbraccio a voi tutti, alla prossima settimana e sempre FORZA BENEVENTO…
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